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Whistleblowing e GDPR: cosa devono sapere le aziende che gestiscono dati sensibili

Whistleblowing e GDPR: cosa devono sapere le aziende che gestiscono dati sensibili | Qipo
12 Settembre 2025

In questo articolo si parla di…

  • Come il whistleblowing, strumento essenziale per la trasparenza e la legalità, si intreccia in modo indissolubile con gli obblighi imposti dal GDPR sulla protezione dei dati personali.
  • L’importanza di bilanciare la tutela del segnalante (whistleblower) e dei soggetti segnalati con i rigorosi principi del GDPR, come liceità, trasparenza e minimizzazione dei dati.
  • Il ruolo strategico della Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) come strumento indispensabile per identificare e mitigare i rischi associati al trattamento dei dati nelle segnalazioni di whistleblowing.

La tutela dell’identità del segnalante e i diritti del segnalato impongono un bilanciamento attento, reso possibile solo da una strategia ben strutturata e conforme alle normative europee

Il whistleblowing si è affermato come uno strumento imprescindibile per la promozione della legalità e dell’integrità all’interno delle organizzazioni.

Consentendo a dipendenti e collaboratori di segnalare illeciti, frodi o altre irregolarità, si attiva un meccanismo potente di autocontrollo e trasparenza.

Tuttavia, questa nobile finalità si scontra inevitabilmente con una realtà complessa: la gestione delle segnalazioni implica il trattamento di dati personali, spesso estremamente sensibili, sia del segnalante (il whistleblower) sia delle persone coinvolte.

Qui entra in gioco il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) il quale impone un quadro normativo rigoroso che non puoi permetterti di ignorare.

Orientarsi tra la necessità di proteggere chi segnala e l’obbligo di rispettare la privacy non è semplice, richiede competenza, attenzione e una strategia chiara.

Ti mostrerò come affrontare questa sfida, trasformandola da potenziale ostacolo a dimostrazione della tua maturità organizzativa e del tuo impegno verso la trasparenza.

Leggi anche: Whistleblowing in azienda: come implementare un sistema sicuro e trasparente

Il delicato equilibrio tra segnalazione e privacy

Quando ricevi una segnalazione di whistleblowing, stai avviando un processo che è intrinsecamente legato al trattamento di dati personali.

Il GDPR, quindi, non è un optional, ma la cornice legale entro cui devi operare. I suoi principi fondamentali – liceità, correttezza, trasparenza, limitazione delle finalità, minimizzazione dei dati, esattezza, limitazione della conservazione, integrità e riservatezza – devono guidare ogni tua azione.

La base giuridica per trattare questi dati solitamente risiede nell’adempimento di un obbligo legale (imposto dalla normativa sul whistleblowing, come il D.Lgs 24/2023 in Italia che attua la Direttiva UE 2019/1937) o nel legittimo interesse della tua organizzazione a prevenire e contrastare comportamenti illeciti, a patto che questo interesse non prevalga sui diritti e le libertà fondamentali degli interessati.

Dimentica il consenso: in un contesto lavorativo, lo squilibrio di potere rende quasi sempre invalido un consenso liberamente prestato per queste finalità.

La trasparenza aziendale è la chiave: devi informare chiaramente tutti i soggetti coinvolti (segnalanti, segnalati, eventuali testimoni) su come i loro dati verranno trattati, per quali scopi, chi vi avrà accesso e per quanto tempo saranno conservati, attraverso informative privacy specifiche e accessibili.

Inoltre, il principio di minimizzazione ti impone di raccogliere e trattare solo i dati strettamente necessari per verificare la fondatezza della segnalazione, eliminando senza indugio tutto ciò che risulta irrilevante o eccessivo. Questo approccio rigoroso non è solo un obbligo, ma la base per costruire un sistema di segnalazione credibile e affidabile.

Colleghi in ufficio discutono durante una riunione aziendale sul GDPR | Qipo

La tutela dei protagonisti: riservatezza per il whistleblower, diritti per il segnalato

Al centro del sistema di whistleblowing vi è la protezione del segnalante.

La sua identità e le informazioni fornite devono essere trattate con la massima riservatezza per incoraggiare le segnalazioni e prevenire ritorsioni.

Il GDPR ti impone di adottare misure tecniche e organizzative adeguate a garantire questa protezione: canali di segnalazione sicuri (magari crittografati), procedure di accesso ristretto ai dati, uso di pseudonimi o, ove la normativa lo consenta e la tua policy lo preveda, gestione di segnalazioni anonime (pur con le cautele del caso).

Ricorda che anche il whistleblower gode dei diritti sanciti dal GDPR, come accesso e rettifica, sebbene questi possano subire limitazioni per proteggere l’indagine.

D’altro canto, non puoi dimenticare i diritti delle persone segnalate. Anch’esse sono tutelate dal GDPR e hanno diritto all’accesso ai propri dati, alla rettifica e alla difesa.

Qui risiede una delle sfide più delicate: bilanciare il diritto del segnalato a conoscere le accuse e a difendersi con la necessità di proteggere l’identità del whistleblower e l’integrità dell’indagine.

Il diritto di accesso del segnalato, ad esempio, potrebbe essere differito o limitato nelle informazioni fornite, specialmente nelle fasi iniziali, per evitare inquinamenti probatori o ritorsioni.

Gestire questo equilibrio richiede procedure interne chiare, personale formato e una valutazione caso per caso, sempre nel rispetto dei principi fondamentali del GDPR e dei diritti di tutte le parti coinvolte.

La DPIA per la gestione dei rischi privacy

Considerando la natura sensibile dei dati trattati e i potenziali rischi elevati per i diritti e le libertà degli individui coinvolti (si pensi al rischio di discriminazione, danno reputazionale, o violazione della riservatezza), l’esecuzione di una Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) diventa non solo consigliabile, ma spesso obbligatoria ai sensi dell’articolo 35 del GDPR.

La DPIA è il tuo strumento strategico per analizzare sistematicamente il processo di gestione delle segnalazioni, identificarne i rischi specifici per la privacy e definire le misure necessarie per mitigarli.

All’interno della DPIA dovrai descrivere dettagliatamente il flusso del trattamento (quali dati, come raccolti, chi accede, tempi di conservazione), valutarne la necessità e la proporzionalità rispetto alle finalità perseguite, analizzare i rischi (accesso non autorizzato, diffusione illecita, perdita di riservatezza) e, soprattutto, dettagliare le contromisure tecniche e organizzative adottate.

Queste possono includere l’adozione di piattaforme software sicure per la gestione delle segnalazioni, policy di accesso, formazione specifica per chi gestisce le segnalazioni, procedure per la gestione dei diritti degli interessati e piani di conservazione dei dati ben definiti.

Una DPIA ben condotta non solo ti aiuta a garantire la conformità, ma dimostra la tua diligenza e riduce significativamente l’esposizione a sanzioni e danni reputazionali.

Whistleblowing in azienda, accordo tra dipendenti che si stringono la mano | Qipo

Costruire un sistema whistleblowing a prova di GDPR

Avere policy chiare e una DPIA solida è fondamentale, ma la vera sfida sta nell’implementazione pratica di un sistema che sia efficace e conforme.

Devi assicurarti che i canali di segnalazione scelti (siano essi una piattaforma online, una linea telefonica dedicata o un indirizzo email specifico) garantiscano la necessaria sicurezza e riservatezza.

Il personale incaricato della ricezione e gestione delle segnalazioni deve essere specificamente formato non solo sulle procedure interne, ma anche sugli obblighi di riservatezza e protezione dei dati, e formalmente autorizzato al trattamento.

Ogni fase del processo, dalla ricezione all’eventuale indagine e chiusura del caso, deve essere documentata, nel rispetto dei principi GDPR.

È essenziale registrare questo trattamento nel Registro delle Attività di Trattamento (Art. 30 GDPR) e predisporre informative privacy chiare e complete (Art. 13 e 14 GDPR).

Se ti avvali di fornitori esterni per la piattaforma o la gestione del canale, devi stipulare un accordo di nomina a Responsabile del Trattamento (Art. 28 GDPR) che definisca chiaramente ruoli, responsabilità e obblighi in materia di protezione dati.

Infine, stabilisci periodi di conservazione dei dati precisi: i dati non necessari o relativi a segnalazioni archiviate perché infondate vanno cancellati tempestivamente, mentre quelli pertinenti a indagini concluse o procedimenti legali vanno conservati solo per il tempo strettamente necessario a tali finalità.

Leggi anche: Obbligo di whistleblowing: cosa prevede la legge e come adeguarsi

Il rispetto delle norme può essere una grande opportunità (se utilizzi strumenti adeguati)

Affrontare congiuntamente gli obblighi del whistleblowing e le prescrizioni del GDPR può sembrare un percorso irto di ostacoli, ma rappresenta in realtà un’opportunità strategica per rafforzare l’integrità, la trasparenza e la fiducia all’interno della tua organizzazione.

Un sistema di whistleblowing ben progettato e conforme al GDPR non solo ti mette al riparo da pesanti sanzioni (fino a 20 milioni di euro o il 4% del fatturato annuo globale) e da danni reputazionali, ma segnala un impegno concreto verso una cultura aziendale etica e responsabile.

Gestire manualmente la complessità di questi processi, garantendo al contempo sicurezza, riservatezza e conformità, può essere estremamente oneroso e rischioso.

È qui che la tecnologia diventa la tua alleata più preziosa.

Soluzioni software dedicate, come Qipo, sono progettate specificamente per semplificare e automatizzare la gestione delle segnalazioni di whistleblowing nel pieno rispetto del GDPR.

Qipo ti offre canali di segnalazione sicuri e conformi, garantisce la tracciabilità delle azioni, facilita la gestione delle informative e dei consensi (ove applicabili), supporta l’anonimato o la pseudonimizzazione e ti aiuta a rispettare i tempi di conservazione dei dati, centralizzando tutte le operazioni in una piattaforma intuitiva e sicura.

Puoi così concentrarti sulla valutazione delle segnalazioni, sapendo che gli aspetti procedurali e di compliance sono gestiti in modo efficiente e affidabile.

Non lasciare che la complessità normativa freni la tua azienda. Adotta un approccio proattivo e sfrutta la tecnologia per trasformare l’obbligo di conformità in un vantaggio competitivo.

Prova Qipo gratuitamente e scopri come rendere la gestione del whistleblowing semplice, sicura ed efficace.


Cosa devono sapere le aziende su whistleblowing e GDPR: Domande & Risposte

È sempre obbligatoria la DPIA per un sistema di whistleblowing?

Sì, data l’alta probabilità che il trattamento dei dati nelle segnalazioni (spesso sensibili e riguardanti accuse) comporti un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati (segnalanti e segnalati), la DPIA è generalmente considerata obbligatoria ai sensi dell’Art. 35 del GDPR.

Come si protegge concretamente l’identità del whistleblower secondo il GDPR?

Attraverso misure tecniche (es. canali crittografati, piattaforme sicure) e organizzative (es. accesso ristretto ai dati, policy di riservatezza, formazione del personale). La pseudonimizzazione o l’accettazione di segnalazioni anonime (se previste dalla policy aziendale e dalla legge) sono ulteriori strumenti, sempre nel rispetto dei principi GDPR.

Quali sono i rischi principali se l’azienda non gestisce i dati del whistleblowing conformemente al GDPR?

I rischi includono pesanti sanzioni economiche (fino a 20 milioni di euro o 4% del fatturato annuo), danno reputazionale significativo, perdita di fiducia da parte di dipendenti e stakeholder, e potenziali azioni legali da parte degli interessati i cui diritti siano stati violati.